Curcuma: una spezia centenaria dalle proprieta’ benefiche

Ormai dilagano sempre piu’ articoli che parlano di studi sugli effetti benefici della curcuma, nei quali si sostiene che chi consuma curcuma si ammala meno di Alzheimer, cancro o malattie autoimmuni.

 

La curcuma è uno dei più importanti strumenti “di segnale” che ci siano. Agisce in maniera diretta sul tumore spingendo le cellule malate verso l’apoptosi (la morte programmata) e bloccando la formazione di nuovi vasi sanguigni indispensabili per “nutrire” le cellule tumorali; inoltre blocca la produzione di COX-2, un enzima coinvolto nell’infiammazione e, dal momento che quest’ultima è strettamente legata alla formazione e alla progressione del tumore, bloccarla significa aiutare la prevenzione.

La forte azione antitumorale della curcuma ha fatto si che diventasse un possibile impiego nel trattamento di diverse forme di cancro, in quanto la sua interazione con i chemioterapici ne aumenta la loro sensibilità, inducendo i medici ad usare farmaci a dosaggio minore con effetti finalmente verificabili ed utili. Non si tratta della scoperta di un nuovo farmaco antitumorale, si tratta invece della evidenza della efficacia di una forma di terapia tradizionale, la cui importanza ha vissuto lunghi anni di rimozione dalla sfera dell’ ufficialità. Si aprono nuove speranze per la terapia e la prevenzione del cancro, ma soprattutto dell’ equilibrio che ordina qualsiasi essere vivente e che va interpretato su una scala diversa da quella del “farmaco sintomatico”.

Basta un cucchiaino al giorno di questa spezia che si sposa molto bene con patate, carne bianca, riso e verdure, meglio se in combinazione con il pepe che la rende fino a mille volte più facile da assorbire per l’organismo. In alternativa alla curcuma potrebbe essere usato il curry, essendo esso costituito dal 70 % di curcuma ed in più contiene già il pepe indispensabile al suo potenziamento. Un altro fattore importante che rende maggiormente biodisponibile la curcuma è il calore: infatti l’ideale sarebbe aggiungerlo direttamente in padella a cottura ultimata.

Tutti possono consumare questa spezia, a meno che non si soffra di calcolosi biliare o si assumano anticoagulanti, in quanto aumenterebbe il rischio di emorragie.

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