Abitudini alimentari e sindrome metabolica

Avete mai riflettuto sul fatto che alcune piccole e apparentemente insignificanti abitudini alimentari, giorno dopo giorno, possono preparare il terreno per l’insinuarsi di patologie gravi come la sindrome metabolica?

I disturbi legati all’obesità costituiscono un problema sanitario importante a livello globale. Soprattutto in persone fortemente in sovrappeso e con sindrome metabolica, la riduzione del peso rappresenta una priorità, e deve passare per la correzione di alcune abitudini alimentari correlate con il sovrappeso e con la sindrome metabolica stessa.

La moderna società ci costringe a ritmi serrati: tutto è diventato più veloce, ma paradossalmente l’ottimizzazione dei tempi non porta le persone a godere maggiormente del tempo guadagnato in tal modo, ma ad utilizzare questo tempo per fare altre cose. Per cui le persone, tendenzialmente, fanno molte cose, le fanno di corsa e, non avendo a disposizione molto tempo, mangiano frettolosamente.

Oltre a mangiare frettolosamente, molte persone, per motivi disparati che magari approfondiremo in un ulteriore articolo, hanno l’abitudine di mangiare in eccesso.

Una massima giapponese recita così: “Mangia fino a quando raggiungi l’80% della pienezza e mangia lentamente”. Il governo giapponese, proprio a proposito di alimentazione, incoraggia i cittadini a sottoporsi a controlli periodici e predispone, inoltre, diverse opportunità di studio sulle loro abitudini alimentari. Uno di questi studi, pubblicato nel 2011 e svolto in un centro medico di Tokyo per opera di Shiun Dong Hsieh e collaboratori, ha indagato la correlazione esistente fra comportamenti alimentari e sindrome metabolica.

Il termine “sindrome metabolica” descrive un insieme di fattori di rischio metabolici che aumentano la possibilità di sviluppare alcune patologie, quali malattie cardiache, ictus e diabete.

Tali fattori di rischio sono rappresentati da sovrappeso, ipertensione, iperglicemia, ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo HDL, iperuricemia ed elevata quantità di tessuto adiposo addominale. Nello studio sulla popolazione giapponese, che ha utilizzato un vasto campione composto da 8240 uomini e 2955 donne, tali fattori di rischio sono stati confrontati con alcune abitudini alimentari, in base alle quali sono stati individuati quattro campioni:

Gruppo 1: persone che non mangiano velocemente e non mangiano fino a sentirsi piene
Gruppo 2: persone che mangiano fino a sentirsi piene
Gruppo 3: persone che mangiano velocemente
Gruppo 4: persone che mangiano velocemente e fino a sentirsi piene

Lo studio ha scoperto che le due abitudini alimentari (mangiare fino a sentirsi completamente pieni e mangiare velocemente), sia quando si presentano da soli e maggiormente quando si presentano insieme, favoriscono l’insorgenza di tutti i fattori di rischio costituenti la sindrome metabolica.

Educarsi a mangiare lentamente e a fermarsi poco prima di sentirsi completamente pieni è una pratica che andrebbe esercitata costantemente. Soprattutto, educare i bambini a mangiare in questo modo vuol dire attuare un’azione preventiva contro l’insorgenza della sindrome metabolica, al pari di un vaccino o di qualsiasi accortezza volta alla protezione dei nostri piccoli.

Ribadendo la massima giapponese: Mangia fino a quando raggiungi l’80% della pienezza e mangia lentamente

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